Come si fa a essere eletti onorevoli in Parlamento senza conoscere la storia? La bagarre di ieri in Montecitorio, che ha svergognato tutti gli italiani nel mondo proprio in apertura del G7 in Puglia, figlia di un’insopportabile ignoranza della nostra Storia Nazionale
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La sezione degli alpini di Arese
1796. L’Italia è invasa dalle truppe di Napoleone Bonaparte che insieme ai saccheggi di opere d’arte e manoscritti portano con sé le idee della Rivoluzione francese i cui riflessi erano stati molto più vivaci in Emilia che in Lombardia. Nell’autunno Bologna, Ferrara, Reggio e Modena (ch’erano stati territori dello Stato Pontificio), decisero di unirsi in una sola Repubblica chiamata Cispadania, che bandì l’arruolamento di tremila uomini in una Legione italiana.
Per la prima volta da molti secoli, italiani di Stati diversi e tra loro tradizionalmente ostili, si riconoscevano fratelli. Questi riformatori, che erano tutti aristocratici e borghesi, chiesero l’adesione dei lombardi, che fu sollecita e calorosa.
A Milano vi si davano convegno esuli di tutte le altre parti d’Italia. Un gruppo radicale si era messo alla testa della municipalità, e aveva ottenuto che Napoleone lo riconoscesse come Amministrazione generale della Lombardia.
Essa istituì e reclutò anche un proprio esercito di tremilacinquecento uomini, la Legione Lombarda, e gli assegnò la bandiera bianca, rossa e verde. Era nato il Tricolore.
Il movimento unitario dilagava a macchia d’olio, e Napoleone, anche contravvenendo agli ordini del Direttorio francese, lo incoraggiò. Deliberò d’istituire la Repubblica Cisalpina, che includeva tutta la Lombardia – incluse le province ex venete di Bergamo e Brescia – e la Cispadania: un embrione di Nazione che contava tre milioni e mezzo di abitanti nell’area più ricca e sviluppata della penisola.
O.T.R.
Tratto da: “L’Italia del Millennio” di Montanelli-Cervi
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